Da sempre sono stato profondamente convinto che una vita condivisa, un talento condiviso siano un dono reciproco nella quotidianità di ogni essere umano, sia per chi riceve, sia per chi dona. Sono un ragazzo molto fortunato, ho 27 anni e ho realizzato, con fatica, perseveranza, studio, lavoro costante, il mio sogno più grande: fare della mia vocazione la mia vita. La musica è il mio presente, il mio futuro, la mia musa.
Ho perso mio padre a 11 anni per un cancro. Ho visto spegnersi ed accartocciarsi una certezza, una colonna della mia famiglia. La sofferenza è stata inizialmente un muro, successivamente una risorsa. Ho iniziato a scrivere canzoni e cantare come una forma di dialogo con lui. L’eredità più grande che mio padre, lottando per la sua vita, mi ha lasciato è stato capire di avere tra le mani un’avventura magnifica, un’opportunità straordinaria: acchiappare con forza ogni singolo attimo della mia esistenza mettendomi al servizio della luce e della bellezza. La musica lo strumento che giorno dopo giorno mi consente di essere faro nella mia quotidianità.
Ho incontrato la Fondazione Andrea Bocelli qualche mese fa, grazie a Don Marco, Laura, Veronica e Andrea. Una catena di amore ed umanità che mi ha catturato, attratto, imprigionato. L’energia che, con uno sguardo, queste anime speciali mi hanno trasmesso è stata irreversibile e contagiosa. I progetti che la fondazione ha portato avanti e continua a sostenere e realizzare sono concreti, trasparenti e ambiziosi. L’entusiasmo di tutti i volontari e di tutti i membri di questa splendida “Famiglia”, ogni piccolo o grande gesto da parte dei donatori e sostenitori della Fondazione sono tutte gocce in un mare di carità e speranza. Tendere le mani al prossimo è un gesto d’amore profondo che ci rende umani ed accresce la nostra ricchezza interiore.
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