«Dai suoi primati, di poter cambiar stato come nessuna altra sostanza, di poter trasmutare, da ghiaccio ad acqua liquida a vapore, dipende la vita sul pianeta. È dentro di noi ed intorno a noi, è l’elemento cruciale della terra, è materia primaria dell’esistenza, sua origine e massima espressione. Per dirla con Leonardo da Vinci, è la forza motrice della natura: l’acqua è il sinonimo più pertinente riferibile a tutto ciò che sia organico, a noi stessi (che d’acqua siamo in ampia parte composti) ed a quanto ci circonda».
Sono parole del nostro fondatore ed acquistano un significato ancora più pregnante in occasione del World Water Day, che da poco più d’un quarto di secolo si celebra nella giornata del 22 marzo. Un’occasione preziosa, per sensibilizzare gli abitanti del nostro pianeta su usi, abusi e fruizione della principale fonte della nostra sopravvivenza, di quel capitale naturale che è nostro dovere e prioritario interesse salvaguardare e rendere accessibile.
Papa Francesco si è espresso, in proposito, con la semplicità e la concretezza che contraddistingue i suoi moniti: “Il mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”.
Quest’anno il tema portante della Giornata è “Nature for Water”: intende porre dunque l’attenzione sulle possibili soluzioni che la stessa natura, se non violata dall’uomo, contempla (e suggerisce) per evitare che il ciclo naturale dell’acqua sia messo in crisi e, con esso, fatalmente, l’intero ecosistema.
Inscindibile dall’acqua, intesa come bene primario e fondamentale per la qualità della vita del singolo e delle comunità, è qualunque intervento di aiuto, per supportare persone in difficoltà, a causa di malattie, condizioni di povertà ed emarginazione sociale. Rendere disponibile tale bene universale è dunque un elemento che trasversalmente coinvolge buona parte dei progetti che ABF sta portando avanti ad Haiti.
Nel paese caraibico, secondo i dati Unicef, oltre 9 milioni di persone vivono senza avere accesso all’acqua. Nella capitale, Port au Prince, molte delle principali condutture dell’acqua sono andate distrutte in seguito al terremoto del 2010, in aggiunta a molti dei pozzi che sono ad oggi in secca.
Un progetto espressamente dedicato è quello denominato “Water Truck”, attraverso il quale ABF, sei giorni la settimana, tre volte al giorno, distribuisce gratuitamente con due camion cisterna acqua potabile nello slum di Citè Soleil. In tal modo viene garantito, quotidianamente e gratuitamente, l’accesso all’acqua potabile a più di 400.000 persone, offrendo così alla comunità locale diverse decine di milioni di litri d’acqua ogni anno. I risultati concreti, già ampiamente riscontrati, sono un sensibile miglioramento delle condizioni igienico sanitarie, una altrettanto sensibile limitazione della trasmissione e diffusione di infezioni, ma anche una drastica riduzione del rischio di morte per disidratazione nei bambini e negli anziani.
Al progetto “Water Truck” si aggiunge la realizzazione – in sinergia con le strutture scolastiche realizzate da ABF con il partner locale Fondazione Saint Luc – di Water Tower e di punti di accesso all’acqua a disposizione degli studenti, del personale formativo e, quando possibile, dell’intera comunità. Sono già in funzione, presso la scuola di St. Philomene in Kenscoff e la scuola di Notre Dame du Rosaire sita in Croix-des Bouquets, attraverso sistemi di raccolta, purificazione e rubinetti di pubblica fruizione. Ma grazie al vostro aiuto, nostra volontà è quella di estendere l’accesso gratuito all’acqua a tutte le realtà in cui è coinvolta la fondazione, in particolare nelle comunità di Devarenne, Laserengue e Dame Marie a beneficio dei 1.1750 studenti, le loro famiglie e gli abitanti della zona.
«Nel corpo, così come nel mondo – come sottolinea Andrea Bocelli – l’acqua è per sua natura solvente: discioglie e trasporta i principi nutritivi, proprio come muove e nutre e collega milioni di persone, fin dalla nascita della civiltà umana. Sprecarla, adulterarla, sottrarla, significa essere nemici della vita ed innescare una degenerazione che non potrà che ritorcersi anche su coloro che l’hanno provocata. Credo sia opportuno attivarsi, ciascuno secondo le proprie possibilità, perché l’acqua sia davvero un bene di tutti e per tutti».