Quando mi si è presentata la possibilità di vivere un’esperienza di volontariato in ABF, in occasione del tour dei miei giovanissimi compatrioti delle “Voices of Haiti”, ero consapevole che l’occasione avrebbe potuto lasciare in me un segno, ma non mi sarei mai aspettata a tal punto intenso.
Infatti, dovessi descrivere in un aggettivo questi dieci giorni trascorsi insieme, li riassumerei nel termine “forte”… Tutto è stato, infatti, forte, fin dal primo giorno. Forte, l’impatto con lo staff, che mi ha accolto come fossi già parte della famiglia e che mi ha coccolata ed accompagnata: non solo come “collega” alle prime armi, ma come amica e sorella. E ciò mi ha fatto sentire forte e grata.
Ma il giorno in assoluto più “forte” appunto, il giorno che mi ha più turbata è stato il secondo, e cioè l’arrivo dei sessanta bambini del coro. Ero emozionata ed il cuore batteva, quando li ho visti scendere dal pullman. Sulle prime, mi son chiesta come avrei potuto essere davvero utile, mentre incrociavano il mio sguardo, provati dal lungo viaggio. Poco dopo sono andata nelle loro stanze, per conoscerli uno ad uno e mettermi a loro disposizione… Ero in una stanza con un gruppo di bimbe, persa nel loro piccolo mondo e nella loro gioia per l’eccezionalità di tutto ciò che stavano vivendo. Aiutando una di loro, in difficoltà con le sue scarpe, le ho parlato in creolo. E lei, dapprima stupita, ha poi subito chiamato a sé le sue compagne. “Ragazze, lei parla creolo!”. “Perché anch’io sono di Haiti”, ho confermato. Il gruppo allora si è stretto intorno a me ed una delle bambine mi ha detto: “Tu sei mia sorella, l’ho capito dal momento in cui ti ho vista. Sei bella e da grande voglio essere come te”.
Non si può spiegare a parole la gioia di un simile complimento, così semplice e disarmante, e delle parole di affetto che sarebbero seguite, nei giorni successivi, quando via via abbiamo imparato a conoscerci sempre meglio.
Essere nell’inattesa condizione di rappresentare, per i loro cuori semplici e generosi, un punto di riferimento, mi ha riempito di contentezza e soprattutto mi ha donato una grande forza. Mi sono resa conto di quanto sia bello ed impegnativo, essere – adulta – dall’altra parte dell’obiettivo, nella responsabilità di rappresentare un esempio da seguire.
Ancora, grandi emozioni, “forti”, fortissime, la prima sera che ho inteso cantare le Voices of Haiti, nella piazza principale di Lajatico, insieme ad Andrea Bocelli: mi sono sentita così fiera di questi piccoli angeli che stavano rappresentando il mio paese, grazie ad Andrea ed al team della sua fondazione.
Quel giorno, nel pomeriggio, avevo potuto conoscere di persona il Maestro Bocelli, quando sul suo cavallo bianco ci era venuto incontro, per poi accoglierci nella sua casa di campagna.
Sono grata e orgogliosa di far parte di questa famiglia allargata che è la fondazione che porta il suo nome. Spero sia solo l’inizio, spero di crescere, nelle competenze e nella possibilità di aiutare. Spero di proseguire il cammino con ABF, spero di essere d’aiuto al prossimo, e fare qualcosa di buono per il mondo. Certa del fatto che, dando, ben più di quanto si dona alla fine si riceve: quelle emozioni, forti, fortissime, che ti rendono una persona migliore.
Vasthie Pier