- Qual è il suo rapporto personale con il Maestro Andrea Bocelli?
Conosco il maestro da alcuni anni e tra noi c’è un rapporto di grande stima e collaborazione, cominciata con il mio predecessore Matteo Renzi e poi cresciuta col tempo. La cosa principale che ci unisce è naturalmente la musica: quando parli di musica con Bocelli ti rendi subito conto della passione che mette nel suo lavoro. Una volta in privato abbiamo suonato anche insieme, io il violino e lui il pianoforte, e spero di poterlo fare di nuovo in futuro. Oltre la musica trovo che Bocelli sia un uomo di grandissima sensibilità e spiritualità. Apprezzo moltissimo l’impegno suo, della moglie Veronica e della sua Fondazione per i temi sociali: qui a Palazzo Vecchio abbiamo più volte ospitato le Celebrity Fight Night in Italy organizzate proprio in favore della sua Fondazione. Infine, ci accomuna anche l’amore per i cavalli: non sono bravo come lui a cavalcare ma ci siamo ripromessi di farlo insieme un giorno.
- Qual è il legame che unisce la città di Firenze con la musica classica/lirica?
Firenze è nota in tutto il mondo come scrigno del Rinascimento, ma non di meno è una città dove la musica ha avuto da sempre moltissima importanza. Qui, solo per fare alcuni esempi, è nato il melodramma, qui è nato uno dei più antichi festival lirici d’Europa, il Maggio musicale fiorentino, e qui negli ultimi anni abbiamo cercato di supportare il mondo della musica classica con nuovi festival – penso per esempio a Strings City dedicato agli strumenti a corde – e nuovi strumenti – come i concerti a un euro per i giovani – che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico.
- Cos’è per lei il concetto di empowerment che è alla base di ABF?
Aiutare gli altri a crescere e a sviluppare le proprie abilità dando a chi non ce l’ha la possibilità di farlo. Ecco, questo mi pare un messaggio rivoluzionario, non assistenzialista, non demotivante, ma che vuole mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza.
- Quanto manca di empowerment e quanto c’è bisogno di empowerment nelle nuove generazioni secondo il punto di vista di chi sta a capo di una città così importante che ai giovani ha sempre dato tantissimo?
Ho molta fiducia nei giovani, li incontro spesso sia nelle scuole che nei luoghi da loro frequentati. Non credo che siano loro ad aver bisogno di empowerment quanto noi amministratori. Abbiamo la grande responsabilità di metterli in condizione di poter sviluppare i loro talenti, di poter coltivare i loro sogni, di poter compiere un percorso formativo prima e lavorativo poi adeguato alle loro capacità. Per un sindaco è una dei temi più seri da affrontare, per il futuro dei ragazzi ma anche per quello di tutti.
- La natura simbolica della Fondazione all’interno di Piazza di San Firenze, una delle pochissime costruzioni barocche nel tempio del rinascimento.
Da alcuni anni, dopo il trasferimento del tribunale al nuovo Palazzo di giustizia, siamo rientrati in possesso di un’immobile di elevatissimo prestigio situato proprio nel cuore della città e abbiamo deciso di vocarlo all’arte, alla cultura, alla musica. Dopo che il regista Franco Zeffirelli ha scelto proprio l’ex tribunale per il suo Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo, presto sempre qui troverà casa la Fondazione del maestro Bocelli, con un bellissimo progetto socio-educativo-culturale cui i diretti beneficiari saranno i giovani, gli studenti della città di Firenze.
- Significato di Bocelli nel mondo: uno dei pochi personaggi dalla fama mondiale che si impegna così vigorosamente, in prima persona, con il proprio nome per fare del bene in tante direzioni diverse senza farne manifesto o pubblicità. Quali sono le sue considerazioni in merito alle sue qualità e al valore umano?
Come ho detto sopra, la mia stima verso il maestro è grandissima anche dal punto di vista umano. Non tutti i ‘grandi’ per caratura professionale sono ugualmente ‘grandi’ dal punto di vista personale. Andrea Bocelli non è solo un cantante eccezionale di fama internazionale ma un personaggio pubblico che non esita a lanciarsi in grandi battaglie sociali rivolte ai più poveri, ai reietti del mondo. Senza clamore, in silenzio, solo per il sentire di fare una cosa necessaria, giusta, umana. Anche per questo merita da noi l’applauso più potente e caloroso.