1) Al Teatro del Silenzio la Sua voce ha stregato la platea: dodicimila persone innamorate, letteralmente catturate. Anzi dodicimila e uno, considerando il Maestro Andrea Bocelli (profondamente colpito dalla Sua performance). Si attendeva un simile calore da questo teatro all’aperto perso nella campagna toscana?
Grazie! È veramente un grande onore sentirmi dire tutto ciò. Ogni performance ha la sua storia. Ho cercato di non aspettarmi nulla in anticipo, ma confesso che ero già stata sedotta dal calore genuino della gente non appena arrivata in Italia.
Quando sono arrivata a Lajatico e ho visto il palco situato in cima alle colline, l’orchestra, la musica, i costumi, gli artisti, me ne sono immediatamente innamorata.
Questo luogo mozzafiato dice molto della mente che sta dietro a questa creazione, sulla squadra che lo gestisce e gli da sostegno, e sul pubblico che lo circonda, la tua gente è incredibile, il tuo paese è magico!
Vi sarò per sempre grata per questa magica esperienza.
2) I piccoli coristi di Voices of Haiti, prima del concerto, la festeggiavano con un entusiasmo contagioso, la accerchiavano, volevano abbracciarla… Può raccontarci l’esperienza, fuori dal palcoscenico, con questo piccolo esercito di suoi connazionali?
(Ridendo): Questo piccolo esercito di luce pura e amore… Penso che ci sia immediatamente capiti proprio perché anch’io ho un vissuto simile.
I miei genitori non si potevano permettere di mandarmi alla scuola di musica, ma la musica si è fatta strada nella mia vita, un miracolo per quei tempi. E poi una borsa di studio dopo l’altra hanno contribuito a farmi diventare l’artista che sono oggi.
Quindi, riporto, sento e vedo quanto sia fantastica quest’opportunità attraverso i loro occhi. Io ho cercato di spingerli e incoraggiarli facendoli ridere. Conoscevano anche tante delle canzoni del mio repertorio che di solito dedicavo ai bambini del nostro paese. È stata una relazione affettiva spontanea.
3) E poi, sul palcoscenico, come è stato cantare insieme a loro?
Ho dovuto trattenere le lacrime. Il vederli cosi ben vestiti, orgogliosi e pronti a saltar sul palco mi ha riempito di orgoglio e di gioia indescrivibile il cuore. Questa è la «Haiti» che vorrei che tutto il mondo potesse vedere.
4) Tra l’altro ciò che avete eseguito insieme è un bellissimo canto patriottico… “Ayiti Cheri” (Haïti Chérie), una dichiarazione d’amore per la vostra terra… Ascoltarvi è stata una emozione difficilmente contenibile…
È stata una scelta perfetta, grazie al Dott. Gerald Beaubrun che è stato colui che ha avuto l’idea di farmi cantare insieme al coro. Queste poche frasi aiuteranno a capire come ciò fosse perfettamente in sintonia.
Haiti, amore mio ho dovuto lasciarti per capire quanto io ti abbia cara
Ho dovuto andare via per apprezzarti di più…
Ad Haiti non siamo mai disperati, abbiamo fiducia in Dio che non mente mai.
Oggi andiamo via perché il domani è incerto.
Oh Haiti! Tu sei mi sei così cara.
Inutile dire come queste parole risuonino nel mio cuore. Abbiamo un paese bellissimo, che sta cadendo a pezzi, cui siamo profondamente legati. Questa canzone innesca e accentua queste emozioni… e quanto disperatamente ci sia bisogno di quel cambiamento.
5) Nel Suo breve saluto prima della performance, di fronte al pubblico Lei ha ricordato un valore fondamentale, la dignità… Dovrebbe essere condicio sine qua non, per ogni progetto solidale, per ogni realtà filantropica e di cooperazione. Purtroppo, invece, non sempre è così. Quanto può essere negativo, a Suo avviso, un aiuto strutturato su un messaggio pietista?
Credo che la dignità sia un dovere nell’atto del dare. La persona che riceve deve sapere che è degna del tuo rispetto. Non sono meno di altre persone a causa della loro situazione attuale.
Il sentimento e l’intenzione dietro il dono sono fondamentali. Nella maggior parte dei casi vedo l’inverso, cioè il «business del donare», la giustificazione delle tasse. Solo quando il tuo cuore è veramente partecipe della tua azione, che puoi, con un tocco, cambiare la vita.
Amo questo proverbio: Se dai un pesce a un uomo, lo nutri per un giorno, insegnare a un uomo a pescare, significa nutrirlo per tutta la vita.
Da quanto ho visto, posso testimoniare che questi bambini stanno ricevendo il miglior dono possibile: «Lo spirito della possibilità» che è inestimabile!
6) Il progetto musicale concepito da ABF in partnership con Saint Luc ha dato vita a questo coro. Immaginiamo – essendo lei un’artista – che sia favorevole a questa linea educativa e che convenga sulla capacità formativa a 360 gradi della musica (e del far musica insieme)… A suo avviso però sussistono forse controindicazioni, nel mostrare realtà così diverse ai bambini e adolescenti haitiani (molti dei quali provengono da situazioni di forte indigenza)? È un plus valore per una presa di coscienza di ciò cui si può mirare nel proprio paese, oppure è qualcosa di potenzialmente deviante, che può generare frustrazione (o, peggio, desiderio di fuga)?
A mio avviso comprendere così presto è un valore aggiunto. Crescere degli individui orgogliosi, colti, autosufficienti, può solo ampliare la loro visione e le loro prospettive, consente loro di essere di più, di fare di più e contribuire a rompere il cerchio. Naturalmente ci saranno alcune eccezioni… Ma credo che questa sia una combinazione vincente, la musica è una potente forza trascendente.
7) Nel mondo lei è considerata “la voce di Haiti” e non possiamo che convenire sul fatto che la sua vocalità, eclettica e carismatica, sia una potente metafora del paese caraibico, della sua straordinaria energia, dell’incanto che esercita su chi ne approfondisce la conoscenza. Si riconosce in questa definizione? Quanto forti sono le sue radici, dal punto di vista musicale e personale, che la legano al suo paese d’origine?
Grazie! Sono profondamente toccata da questo complimento. È un dato di fatto che la nostra cultura, il nostro spirito, la musica e le danze siano per me continua fonte d’ispirazione.
Io sono cresciuta in campagna, dove il gallo è il nostro orologio. Il profumo del caffè che la nonna tostava insieme allo zucchero di canna, invadeva l’aria e ti tirava giù dal letto.
Dove noi, seminudi, ci bagnavamo, senza vergognarci, nel fiume dietro le capanne. Dove le notti sono profumate e noi indugiavamo a raccontarci delle storie, mentre la luna piena era appesa lassù in cielo. Abbiamo arrostito il grano dolce di agosto in cerchio intorno al fuoco, con la poesia che girava intorno a noi… (Ridendo): dovrei smettere!
Il mio patrimonio è forte, ricco e, innegabilmente, è nel mio sangue. Questo è anche il motivo per cui tengo regolarmente, a Haiti, dei master, e dei workshop di scrittura. Con la nuova generazione di musicisti spero che si possa preservare l’unicità e la bellezza della nostra isola.
8) Come vede il futuro del suo Paese?
A questo punto è tutto molto confuso. La costante turbolenza politica persiste, la naturale trascuratezza rende difficile progredire. Un passo avanti, due passi indietro, mentre le esigenze continuano a moltiplicarsi. È difficile fare progetti! Mi rendo conto che, nel frattempo, continuerò a fare la mia parte con quello che mi viene dato… Abbiamo bisogno tutti di quel cambiamento.
9) Non è la prima volta che canta in Italia. Come valuta le esperienze che ha avuto nella nazione di Andrea Bocelli? Quali sensazioni? Quali punti di contatto (se ne ha trovati) con lo spirito caraibico?
La Nazione di Andrea Bocelli è professionale, calda e accogliente. È edificante! I punti in comune con lo spirito dei Caraibi e le abitudini (specificamente Haiti) sono: siamo persone molto appassionate, abbiamo e amiamo il cibo buono e il buon caffè. Abbiamo un senso dell’umorismo viscerale, e una grande «gioia di vivere», e non abbiamo paura di abbracciarci…
10) E Lajatico, questo piccolo paese dove Andrea è nato (e dove la Andrea Bocelli Foundation) quale suggestioni le ha suscitato?
Ho lasciato Lajatico ispirata. Ho capito che la storia dovrebbe essere sempre più grande di te. Ho visto dappertutto ammirazione amore e rispetto per la missione.
Anch’io vengo da una piccola città di Haiti: «Gonaives». Da bambina la lettura mi ha fatto viaggiare in posti sconosciuti, mi ha fatto sognare in grande. Per tanto tempo ho sognato di costruire un’enorme biblioteca nel centro di Gonaives, di creare uno spazio in cui i bambini potessero venire a meravigliarsi, a scoprire.
Dopo aver visitato Lajatico, il fuoco è divampato nuovamente, e voglio far diventare questo sogno realtà!…e la storia continua… In Cha’allah!
11) Oltre ad essere cantante, lei compone. Sarebbe bello immaginare la sua voce, insieme alla voce di Andrea ed a quelle del coro di voci bianche ABF, in una canzone…
Le parole sono potenti ! È veramente una grande visione! Il Maestro Bocelli porta il cuore nella sua voce. Onorare un simile strumento carismatico e tale figura iconica Sarebbe un’emozione… e un grande onore ….Dal momento che non c’è alcuna coincidenza … solo un appuntamento nel tempo, Sì! Speriamo che sia così. E speriamo che il Signore ci benedica attraverso maggior condivisione e collaborazione.