1) Ad un anno dal terremoto, o meglio dai terremoti che hanno colpito Sarnano, a che punto è la ricostruzione? Quali, le ferite ancora aperte, quali invece i risultati raggiunti, che fanno ben sperare, che restituiscono fiducia nella rinascita del paese?

La sequenza sismica, e soprattutto la scossa del 30 ottobre 2016, ha causato a Sarnano ingenti danni: 1200 unità abitative inagibili, tre edifici scolastici danneggiati in maniera irreparabile, diversi edifici pubblici e chiese non agibili, oltre 700 sfollati su una popolazione di 3300 abitanti. La ricostruzione purtroppo stenta a ripartire in maniera decisa: pochissime le domande di ricostruzione privata ad oggi presentate, mentre sul fronte delle opere pubbliche sono state approvate solo un numero molto limitato di opere, per le quali peraltro non è ancora iniziata  nemmeno la fase di progettazione definitiva. Nonostante questo quadro non certamente incoraggiante, a Sarnano abbiamo ottenuto alcuni risultati che ci danno una grandissima fiducia per il futuro della nostra comunità: innanzi tutto siamo riusciti a tenere sul territorio tutti gli sfollati, sfruttando la disponibilità di strutture ricettive e seconde case agibili ed evitando così l’esodo verso la costa. Inoltre siamo riusciti a “salvare” le nostre Terme, che rappresentano (insieme alla montagna ed al nostro centro storico) uno dei motori più importanti della nostra economia, delocalizzandole dalla vecchia struttura danneggiata molto gravemente in un nuovo sito moderno, funzionale e con grandi prospettive di crescita. Da ultimo, ma non certo per importanza, tutta la partita della ricostruzione dell’edilizia scolastica – grazie all’intervento di importanti benefattori – si sta orientando in modo molto positivo.

2) Lei ha affermato che, nel processo della ricostruzione, ha sempre posto l’accento su due priorità: le scuole e le imprese. Può approfondire il concetto e raccontarci come ha messo in pratica, da primo cittadino, questa linea d’azione?

In realtà di piccole dimensioni come Sarnano, le scuole ed il tessuto imprenditoriale (qui fortemente vocato al turismo) rappresentano la nostra linfa vitale: entrambe sembravano, nell’immediatezza del sisma, irrimediabilmente compromesse e questo ci preoccupava fortemente, perché perdere le scuole e la prospettiva di veder chiudere le attività economiche avrebbe segnato il defintivo tramonto del territorio. Per questo fin dall’inizio una grandissima attenzione è stata posta su questi due temi, ed i risultati sperati stanno arrivando. Sul fronte dell’edilizia scolastica tutti i tre edifici sono oggetto di ricostruzione ex novo: la scuola dell’infanzia già ricostruita grazie alle donazioni della Regione Friuli Venezia Giulia e della sua popolazione; la scuola media è in fase di ricostruzione, donata dalla Andrea Bocelli Foundation e dalla Only The Brave Foundation; la scuola elementare, che verrà ricostruita con fondi pubblici, in fase di gara di appalto dei lavori. Sul fronte imprenditoriale, che a Sarnano si traduce in quello turistico, la delocalizzazione delle Terme di San Giacomo in tempi record, unitamente ad un importante sostegno a tutte le attività turistico-culturali del territorio, ci hanno consentito di mantenere un buon afflusso turistico, pur con le comprensibili difficoltà legate al post sisma.

3) Quanto ha pesato la burocrazia sulla ricostruzione? Quanto ha rallentato, come avete potuto superarla, almeno in parte, e quali modifiche a suo avviso, da parte dello Stato, sarebbero importanti – a fronte dell’esperienza marchigiana – per migliorare l’efficienza e la velocità della risposta pubblica a simili calamità?

Innanzi tutto, una premessa doverosa: questo terremoto, nel combinato disposto tra intensità, durata e territorio coinvolto, non ha eguali nella storia moderna del nostro paese. In un tale contesto era quasi inevitabile che i tempi non sarebbero stati brevi. Ciò posto, tuttavia, la burocrazia sta giocando un ruolo molto importante nella lentezza della ricostruzione. Vi è stata troppa attenzione alle questioni formali, mentre quelle sostanziali sono spesso scivolate in secondo piano, oltre al fatto che non vi è stato un coinvolgimento dei sindaci e delle amministrazioni locali, che avrebbero potuto offrire un valido supporto al processo decisionale, invece è stato tutto centralizzato. Inoltre, considerate le tante criticità della nostra nazione, non solo dal punto di vista sismica, ma anche dell’intero assetto idrogeologico del territorio, sarebbe finalmente necessario che lo Stato si doti di procedure ben codificate ed applicabili ad ogni situazione, pur con le specifiche di ogni caso: non è infatti possibile che ogni crisi sismica (cito le ultime, L’Aquila nel 2009, Emilia Romagna nel 2012, ed quest’ultima del 2016) venga affrontata ogni volta con strumenti nuovo e di volta in volta da “inventare”.

4) La “Andrea Bocelli Foundation” ed il suo fondatore, ma anche la fondazione partner “Only the Brave”, hanno sottolineato più volte come – per dar corpo alla collaborazione con Sarnano – sia stato cruciale l’apporto della comunità  dell’amministrazione locale, in termini di slancio ottimistico, concretezza e disponibilità al fare, all’agire. Come è nato questo incontro, come ha preso corpo tale reciproca fiducia che ha poi permesso di far decollare il progetto?

Ricordo ancora con grande emozione la mattinata del 9 marzo scorso, quando il Commissario straordinario per la ricostruzione Errani (con il quale mi ero confrontato tantissime volte sulla questione scuole e che sapeva quanto per noi fosse prioritario questo tema) mi comunicava che vi era la possibilità che la ricostruzione della nostra scuola media avvenisse grazie alle donazioni delle Fondazioni di Andrea Bocelli e di Renzo Rosso. Da quel momento è iniziato un percorso fatto di incontri, sopralluoghi, telefonate, mail etc.,  che hanno accomunato l’Amministrazione Comunale e le due Fondazioni nello sforzo condiviso di ridare ai nostri ragazzi una scuola bella, funzionale e soprattutto sicura: la condivisione di questo obbiettivo è stato possibile grazie al rapporto fortemente sinergico che, anche a livello personale, si è instaurato tra tutti i protagonosti di questa bellissima storia di solidarietà.

5) “L’uomo è più facile e proclive a temere che a sperare” scriveva un grande marchigiano, il poeta Giacomo Leopardi. La scuola intitolata al suo nome però, giorno dopo giorno, si sta tramutando in una realtà, dando ragione alle speranze della comunità di Sarnano. A che punto è la ricostruzione dell’istituto comprensivo?

Come ho già detto in precedenza, tutte le tre scuole del nostro istituto comprensivo (risalenti agli anni ’50, ’60 e primi ’70) sono state talmente danneggiate dal terremoto da non poter essere riparate ed adeguate sismicamente. La scuola dell’infanzia è già stata ricostruita dalla Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia ed inaugurata il 15 settembre scorso; per la scuola elementare, la cui ricostruzione con fondi pubblici era stata prevista nell’ordinanza 14 del Commissario Errani, è stato redatto il progetto definitivo ed è proprio in questi giorni in svolgimento la gara pubblica per l’appalto dei lavori; per la scuola media, effettuata la demolizione del vecchio edificio e completato tutto l’iter burocratico legato alle prescritte autorizzazioni del caso, è già stato avviato il cantiere per la ricostruzione, che avverrà grazie alle donazioni della Andrea Bocelli Foundation e della Only The Brave Foundation.

6) Al momento, dove si svolgono le lezioni? Immaginiamo quanto, studenti ed insegnanti, abbiano dovuto affrontare non pochi sacrifici, nel corso dello scorso e di questo anno scolastico, senza cedere alla tentazione di allontanarsi da Sarnano…

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, lo scorso anno, dopo un periodo di sospensione delle attività, le lezioni si sono svolte all’interno di tende della Protezione Civile collocate all’interno del nostro palasport. Le elementari e le medie hanno dovuto affrontare lo scorso anno scolastico facendo un doppio turno pomeridiano, molto pesante per i ragazzi e le loro famiglie. Quest’anno le elementari sono ospitate presso l’edificio del liceo scientifico di Sarnano, mentre le medie all’interno della nuova scuola dell’infanzia: queste sistemazioni ci hanno consentito almeno di scongiurare il doppio turno pomeridiano, ma è evidente che si tratti comunque di soluzioni assolutamente emergenziali che potranno trovare definitiva soluzione solo con la realizzazione di tutti i nuovi edifici scolastici in programma.

7) Come stanno vivendo l’attesa della loro scuola i sarnanesi?  Soprattutto i bambini – che presto potranno viverne in prima persona le nuove strutture ed i servizi – sono curiosi?

Vi è grandissima attesa da parte di tutta la popolazione. Le nostre vecchie scuole non erano adeguate sismicamente e questo era fonte di legittima preoccupazione, mentre le nuove scuole saranno tutte antisismiche, oltre che estremamente belle e funzionali. Ribadisco ancora che le scuole rappresentano uno dei più forti collanti nelle comunità dell’entroterra, e la consapevolezza che a breve saranno tutte ricostruite e sicure offre una grande prospettiva per il nostro futuro.

8) Quella che Lei sovrintende è una località con una forte vocazione turistica, dalle rinomate Terme agli sport invernali. L’esperienza traumatica del sisma ha messo a dura prova Sarnano. La cui comunità ha però reagito con forza, con coesione e spirito solidale esemplari. Quale futuro, e con che tempi, per Sarnano? Quali parole, per invitare chi non conosce il vostro paese, a visitarlo?

I primissimi giorni dopo la scossa del 30 ottobre la nostra gente ha dato prova di coesione fortissima: sono stati momenti terribili, ma che abbiamo affrontato e superato con lo spirito di una vera comunità. Dalla drammaticità di questo evento dobbiamo trovare la forza e gli stimoli non solo per ripartire, ma per far crescere il nostro territorio, che è bellissimo e merita di essere visitato e vissuto in ogni sua specificità. Se dovessi trovare il modo per definire Sarnano e per invitare chi non la conosce a visitarla, direi che la nostra parola chiave è “benessere”, inteso nella più ampia accezione del vivere bene: le Terme di San Giacomo, la montagna d’inverno con gli impianti di risalita di Sassotetto e d’estate con i percorsi ciclopedonali, il nostro centro storico medioevale, che ha retto benissimo all’impatto del sisma grazie al fatto che è tutto costruito a mattoni, i nostri luoghi dello spirito (Sarnano è fortemente legata al francescanesimo e qui sono stati scritti i Fioretti di San Francesco), le rievocazioni storiche, l’enogastronomia, tradizionale ed al contempo di qualità. Chi viene a Sarnano sa che troverà un ambiente sano, una natura tutta da vivere, persone che sanno valorizzare l’ospitalità. Il terremoto ci ha dato un brutto colpo, ma il nostro motto è stato fin dal primo momento “un passo per volta”, e con questo spirito non ci siamo pianti addosso, ma ci siamo rimboccati le maniche e, con impegno e passione, abbiamo iniziato a lavorare, e lavoriamo giorno dopo giorno, per costruire un futuro più bello e più sicuro.